Il paesaggio, come obiettivo delle politiche agricole nazionali, è apparso per la prima volta nel PSN 2007-13, con la realizzazione di un documento contenente un quadro conoscitivo, strategie ed azioni. Queste sono state variamente interpretate dai PSR regionali ed hanno portato a risultati con luci ed ombre relativamente al paesaggio, principalmente legate alla difficoltà di valutare gli effetti delle azioni proposte riguardo alla qualità del paesaggio rurale e alle sue reali criticità. Tali azioni erano infatti indirizzate o ad aspetti produttivi, o ad aspetti ambientali, con effetti sul paesaggio non sempre desiderabili. In seguito alla valutazione dei PSR regionali realizzata dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali a scala nazionale, fu avviata l’indagine per la realizzazione del Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici, con l’obiettivo di individuare su tutto il territorio nazionale tipologie di paesaggio rurale che potessero essere prese come riferimento per le politiche di settore. In seguito al PSN è stato anche costituito nel 2012 l’Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale con lo scopo di monitorare le politiche di settore, gestire il Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici e delle Pratiche Agricole e delle Conoscenze Tradizionali.

Nell’ambito delle politiche agricole della Regione Toscana il paesaggio ha sempre rivestito grande attenzione.

L’Attuale PSR Toscano per l’elaborazione delle sue strategie prende soprattutto in considerazione gli andamenti economici, ma riconosce comunque al paesaggio un ruolo importante. Come è noto, l’economia della Toscana si caratterizza per una compiuta terziarizzazione, in linea con la media nazionale. Oltre l’80% del valore aggiunto totale (pari quasi a 95 miliardi di euro nel 2011, a prezzi correnti) è stato prodotto dal settore dei servizi, il 15,2% dalle attività manifatturiere (comprese quelle estrattive e costruzioni) e il resto (circa il 3%) dall’agricoltura. Nonostante il peso relativamente basso del settore primario, bisogna considerare l’insieme di funzioni che esso svolge a livello territoriale, limitando il fenomeno dello spopolamento, garantendo il presidio e quindi la protezione del territorio, contribuendo in modo determinante al “brand” Toscana per gli aspetti connessi alle produzioni tipiche e al paesaggio. L’agricoltura costituisce dunque il motore di un più ampio sistema economico agroalimentare che ha importanti ricadute nel commercio, nella ristorazione, nell’artigianato, nel turismo.

L’attuale PSR della Toscana è organizzato in 19 misure, 42 sottomisure e 19 operazioni. Il paesaggio appare soprattutto nell’obiettivo 4.2.3.11 “Tutelare la biodiversità, il paesaggio e le foreste”.  Nella descrizione si evidenzia la necessità di:

a- tutelare la biodiversità soprattutto nelle aree Natura 2000 e il paesaggio agrario, salvaguardando le colture tradizionali (anche per la loro funzione protettiva sotto l’aspetto idrogeologico-erosivo), riqualificando gli agroecosistemi di elevata valenza ecologica, recuperando a fini produttivi e ripristinando ambienti agrari e pastorali di interesse storico spesso abbandonati, in primo luogo oliveti, pascoli e prati-pascoli, promuovendo il mantenimento degli elementi paesaggistici caratteristici ;

b- contrastare l’abbandono delle attività agricole, zootecniche e di pascolo, salvaguardare e recuperare l’attività agricola in aree periurbane o in altre aree degradate per impatto antropico, favorendo anche la multifunzionalità;

c- sostenere l’attività agricola, zootecnica e forestale in aree protette e/o Natura 2000, soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici; e promuovere la diffusione di metodi produttivi sostenibili (agricoltura biologica, agricoltura a basso impatto ambientale);

d-tutelare il patrimonio di risorse genetiche presenti sul territorio regionale e favorire la coltivazione di varietà vegetali locali e l’allevamento di razze animali, soprattutto quelle a rischio di estinzione, al fine della tutela della biodiversità e del paesaggio e per contrastare l’immissione di specie non autoctone;

e- tutelare le foreste da incendi, da fitopatie e dissesti idrogeologici: mantenere il territorio forestale, recuperare i soprassuoli boschivi abbandonati, favorire la rinaturalizzazione dei rimboschimenti.

 

Le misure all’interno delle quali sono collocabili iniziative con effetti diretti ed indiretti sul paesaggio sono 5:

4 – investimenti in immobilizzazioni materiali;

5 – Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali e da eventi catastrofici e introduzione di adeguate misure di prevenzione;

8 – Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste;

10 – Pagamenti per impegni agro-climatico-ambientali;

13 – Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici.

 

Le sottomisure e le operazioni con effetti sul paesaggio possono classificarsi in due categorie: quelle con effetti diretti sul paesaggio rurale e quelle con effetti indiretti. Le sottomisure/operazioni 4.4.1, 4.4.2, 5.1, 8.3, 10.1.3, 13.1, 13.2, 13.3, hanno effetti diretti sul paesaggio, specie in relazione alle sue attuali criticità. Le sottomisure/operazioni 4.3.1, 4.3.2, 5.2., 8.1, 8.4, 8.5, possono avere effetti indiretti, più o meno positivi, in funzione della qualità degli interventi effettivamente realizzati. In particolare le infrastrutture viarie, quelle per la gestione delle risorse idriche, la realizzazione di invasi artificiali, gli imboschimenti, il miglioramento della efficienza ecologica e la ricostituzione del potenziale forestale, hanno effetti tanto più positivi quanto maggiore è la rispondenza degli investimenti rispetto alle caratteristiche del paesaggio rurale dei vari ambiti del PIT.

Nello specifico, la Regione Toscana, con decreto dirigenziale n°16888 del 23 ottobre 2018, ha approvato il bando “Conservazione e ripristino degli elementi caratteristici del paesaggio, salvaguardia e valorizzazione della biodiversità”, facente parte della misura 4 del Programma di Sviluppo Rurale, per sostenere gli investimenti non produttivi, legati agli obiettivi agro-climatici ambientali, tesi a riqualificare e valorizzare il paesaggio rurale, in compatibilità con il mantenimento della fauna selvatica, con la salvaguardia delle sistemazioni idraulico-agrarie per rallentare i tempi di corrivazione delle acque, e per proteggere i suoli agrari dall’erosione.”